l' Altare della Carità - Lacrimedamore

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La lacrimazione > La Carità

"La carità è paziente, è benigna la carità;

la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità..."


LA TESTIMONIANZA DI CHI CREDE NELLA CARITA'
VEDENDO NEL VISO DEI MENO FORTUNATI
IL VOLTO DI CRISTO


Questa sera la nostra testimonianza è sull'Amore, sulla Carità.
Ci è stato chiesto di parlare dell’Altare della Carità del Santuario di Siracusa.
Ne siamo contenti, perché possiamo spiegare il passaggio di ciò che viene posto sull’altare della Carità e arriva alla Casa della Carità per la successiva distribuzione.
Pertanto l’Altare della Carità è il punto di riferimento del Santuario, dove coloro che hanno il cuore aperto nel donare,con un piccolo gesto si possono sentire appagati, dando aiuto a persone che sono in difficoltà.
Tutti sappiamo che l’Altare della Carità è posto nella sua cappella nella Basilica e vedendolo si nota subito, che è spoglio, nudo, non fa nessun effetto.
Invece l’altare nasconde un altro aspetto: c’è solidarietà, condivisione, compassione, amore, ma soprattutto la carità nei confronti dei fratelli poveri.
La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, come predicava San Paolo; perché il cristiano si completa con la carità, e da essa tutto proviene  e prende forma . Sull’altare si materializza sotto forma di buste, piccole o grandi che siano,piene di alimenti.
Il lavoro di volontariato che viene svolto, comincia proprio dall’altare della Carità,dalla richiesta delle varie necessità,attraverso messaggi, mail, volantinaggio, ecc. Quando arrivano le donazioni di viveri, si prendono da li e si portano in sacrestia e successivamente vengono trasferite ( sempre da volontari ) alla Casa della Carità.
Il lavoro che si svolge li, è diverso, consiste nel preparare per la distribuzione che si svolge ogni venerdì , una busta per famiglia bisognosa.

"Io svolgo questa attività di volontariato dal 2006, e il mio ingresso alla Casa della Carità fu attraverso una sensazione che mi portavo dentro da un certo periodo. Volevo donare del mio tempo a famiglie bisognose solamente per seguire il messaggio della Madonna. Ho proseguito per anni questo volontariato, affiancata dalle Suore del Sacro Cuore, le mie maestre Suor Adelfina ,Suor Esterina.  Certamente prima era più facile fare questo tipo di lavoro, perché era tutto più semplice. Meno burocrazia, meno carte da firmare , meno poveri. L’amore per il prossimo richiede sempre un’ impegno personale.
Impegnandomi con i poveri, non posso delegare ad altri ciò che ho iniziato e con costanza portando avanti la mia vocazione. Nel momento della distribuzione, sono collaborata dalle volontarie della Carità,( un gruppo del Santuario ) che a turno ( se non hanno impegni universitari ) mi danno una mano. E proprio con loro, mi impegno ad organizzare delle iniziative per incrementare la raccolta di viveri: banco alimentare, volantinaggio, ecc.
A volte anche dopo queste iniziative non arriviamo a colmare le necessità, in quel caso la Provvidenza arriva, bussando alle porte vicine.
Alla Casa della Carità vengono tante famiglie per avere una busta, la media di 110-120 famiglie al mese. Solo con l’Altare della Carità non si potrebbe colmare le necessità di questo numero di famiglie, quindi attraverso lo Stato si devono creare delle condizioni favorevoli , facendo richiesta per prodotti CE. Consiste nel ricever forniture di  pasta, latte, formaggio, burro, certamente con le scadenze da rispettare.
Tutto ciò viene accompagnato da registri, dichiarazioni di consegna, che attestano, ciò che si carica e scarica. Anche questo fa parte del volontariato. Il giorno della distribuzione, è molto caotico, ci sono famiglie numerose che ovviamente si deve incrementare la busta e quindi dare più alimenti, tipo se ci sono bambini. Oppure se ci sono persone malate,. musulmani, e così via.
Purtroppo, la nuova povertà si sta facendo sempre più avanti ed ogni settimana si presentano nuove famiglie in difficoltà. Ognuna con una storia diversa, ma tutte con un luogo comune “La ricerca del lavoro o la perdita del lavoro “. Non sanno chiedere , ma con dignità si fanno avanti, quasi vergognandosi. E la io vedo il volto del Signore.
Quando alla fine della distribuzione vado a casa, sono stanca ma felice di avere testimoniato l’esperienza della carità,e penso a Maria Madre nostra, ringraziandola di avermi dato l’opportunità di dare il tempo del mio tempo ad altri".

Lucia


 
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