Gheddo
Il 18 febbraio 2005 a Tronzano (VC) viene aperto il processo diocesano per la beatificazione dei coniugi Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, la cui causa è stata promossa da uno dei figli, il sacerdote missionario Piero Gheddo. L’idea dalla causa di beatificazione dei genitori è nata dopo la pubblicazione de “ Il testamento del Capitano”, infatti dice il sacerdote: “ Tanti mi hanno scritto dicendomi che papà e mamma erano due santi”
Il matrimonio di questa coppia è un esempio di come due sposi, in una vita del tutto normale, hanno tentato di vivere il Vangelo nel matrimonio e nella famiglia. La loro esistenza fu del tutto normale, senza miracoli ne visioni ne misticismi, due militanti dell’Azione cattolica che creato la loro famiglia, allevato i tre figli (ne volevano dodici !), aiutato i poveri e percorso assieme la difficile, ma esaltante via all’unione con Dio già su questa terra
Giovanni Gheddo nasce a Viancino (VC) il 22 Aprile 1900 e pochi anni dopo la famiglia si trasferisce a Tronzano (VC). Qui il padre gestisce una trattoria ed è grazie all’aiuto economico di un conte del posto che Giovanni riesce a diventare geometra. Dal 1918 al 1922 è chiamato alle armi. Tornato in paese, dopo tanti sacrifici riesce ad aprire uno studio di geometra. A Tronzano Giovanni è ricordato come “ il geometra dei poveri “ (faceva gratis il lavoro per i meno abbienti) e come “paciere”. E’ stato esempio di cristiano autentico, non gridava , era sempre calmo e sereno, però aveva l’autorità morale e professionale per farsi ascoltare. Partiva sempre dai valori morali e spirituali, cioè l’unità della famiglia e la fiducia nell’aiuto della Provvidenza, per affrontare i problemi concreti.
Rosetta Franzi nasce il 3 dicembre 1902 a Crova (VC) in una famiglia profondamente religiosa. Rosetta diventa maestra elementare, ma il padre, che guadagnava bene non le permette di insegnare dicendole “Se tu lavori rubi il posto ad un’altra”. Ma Rosetta si impegna a tirare su figli di contadini che non erano mai andati a scuola, insegna a giovani e adulti analfabeti a leggere e fare “i conti”. Tutto gratuitamente. Militante dell’Azione cattolica, andava a Messa tutti i giorni, era catechista e insegnava canti sacri. Tutte le sere recitava il rosario in famiglia diretto dal padre.
Nel settembre del 1927 Giovanni e Rosetta si fidanzano e si sposano nel giugno del 1928. Chiedono a Dio la grazia di avere molti figli (ne volevano 12), almeno uno dei quali sacerdote o suora. Prima del viaggio di nozze trascorrono tre giorni in un Santuario mariano.
Conducono una vita ordinaria ma con grande fede e amore per il prossimo, sempre pronti ad aiutare chiunque avesse bisogno. Sono membri attivi dell’azione cattolica e pregano molto partecipando quotidianamente alla santa Messa e recitando il rosario e le preghiere dopo cena, in famiglia, insieme ai figli, in cinque anni di matrimonio ne ebbero tre: Piero, Francesco e Mario.
Ma nel 1934, a soli 31 anni, con la quarta gravidanza gemellare, Rosetta muore di polmonite e di parto prematuro al quinto mese, dopo appena sei anni di matrimonio, lasciando tre bimbi piccolissimi. Le sue ultime parole furono “Non preoccupatevi è la fine, io vado in Paradiso. Sia fatta la volontà di Dio”. Quest’ultima frase l’aveva ripetuta spesso: “Giovanni, faremo sempre la volontà di Dio”.
Dopo la morte di Rosetta, Giovanni, provato dal dolore ma sostenuto da una fede profonda, è di sostegno e grande esempio in tutto, l’amore verso i poveri, la bontà e la generosità verso tutti, l’atteggiamento ottimista e pieno di speranza in tutte le difficoltà. E’ un papà che sta spesso con i figli, gioca con loro e prima di andare a dormire discorre con loro della giornata.
Sono i tempi del fascismo e Giovanni è contrario al regime infatti non aveva voluto iscriversi al Partito fascista, testimonianza anche questa dei suoi ideali cristiani. Per punizione è mandato in guerra in Russia nel 1941. Egli infatti come padre vedovo di tre figli minorenni e per la sua età non sarebbe dovuto andare in guerra. Ma anche qui Giovanni prega molto ed è sempre illuminato e sostenuto dalla fiducia assoluta in Dio. Nel 1942 sacrifica la sua vita, muore decidendo di rimanere nel campo con i feriti intrasportabili al posto di un giovane sottotenente: “ Tu sei giovane devi ancora fare la tua vita. - gli dirà - Io la mia l’ho già fatta e miei bambini sono in buone mani”.
Giovanni e Rosetta sono una luminosa testimonianza di chi ha vissuto giorno per giorno affidandosi totalmente a Dio, accettando dal Padre le gioie e i dolori, le incertezze, le prove, i successi e gli insuccessi di una normale esistenza.