Gianna Beretta Molla
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
1.1 Una vita come tante
Gianna Beretta nacque a Magenta (diocesi e provincia di Milano) il 4 ottobre 1922, decima dei 13 figli dei coniugi Alberto Beretta e Maria De Micheli[1].
Già dalla fanciullezza accoglie con piena adesione il dono della fede e l'educazione limpidamente cristiana, che riceve dagli ottimi genitori e che la portano a considerare la vita come un dono meraviglioso di Dio, ad avere fiducia nella Provvidenza, ad essere certa della necessità e dell'efficacia della preghiera.
La Prima Comunione, all'età di cinque anni e mezzo, segna in Gianna un momento importante, dando inizio ad un'assidua frequenza all'Eucaristia, che diviene sostegno e luce della sua fanciullezza, adolescenza e giovinezza.
Mentre si dedica con diligenza agli studi, traduce la sua fede in un impegno generoso di apostolato tra le giovani di Azione Cattolica e di carità verso gli anziani e i bisognosi nelle Conferenze di San Vincenzo.
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1949 all'Università di Pavia, apre nel 1950 un ambulatorio medico a Mesero (un comune del Magentino); si specializza in Pediatria nell'Università di Milano nel 1952 e predilige, tra i suoi assistiti, mamme, bambini, anziani e poveri: compie la sua opera di medico, che sente e pratica come una «missione»,
Scelta la vocazione al matrimonio, l'abbraccia con tutto l'entusiasmo e s'impegna a donarsi totalmente «per formare una famiglia veramente cristiana»: si fidanza con l'ing. Pietro Molla e si sposa il 24 settembre 1955.
1.2 …“scegliete - e lo esigo - il bimbo!”
Nel settembre 1961, in attesa del quarto figlio, al termine del secondo mese di gravidanza è raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: insorge un fibroma all'utero.
La scienza di allora offriva due soluzioni considerate sicure per la vita della madre: una laparotomia totale con asportazione sia del fibroma che dell'utero oppure l'asportazione del fibroma con interruzione della gravidanza.
Una terza soluzione, che consisteva nell'asportare soltanto il fibroma senza toccare il bambino, metteva in grave pericolo la vita della madre. Gianna era medico, sapeva perfettamente che questo intervento era rischiosissimo per lei. Avrebbe salvato la vita del bambino ma, dopo il parto, avrebbe offerto pochissime probabilità di sopravvivenza alla madre: ma scelse proprio quello.
Prima del necessario intervento operatorio, pur sapendo il rischio che avrebbe comportato il continuare la gravidanza, supplica il chirurgo di salvare la vita che porta in grembo e si affida alla preghiera e alla Provvidenza.
Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella Provvidenza, è pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura: «Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui».
Il mattino del 21 aprile 1962, dà alla luce Gianna Emanuela e il mattino del 28 aprile, nonostante tutti gli sforzi e le cure per salvare entrambe le vite, tra indicibili dolori, dopo aver ripetuto la preghiera «Gesù ti amo, Gesù ti amo», muore santamente. E’ morta per poter dare la vita al suo ultimo figlio, una bambina, che è diventata medico come la mamma.
1.3 Gli onori degli altari
Gianna Beretta Molla fu beatificata da Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994, nell'Anno Internazionale della Famiglia. Verrà proclamata santa il 16 maggio del 2004. E’ la prima donna sposata che sale alla gloria degli altari negli ultimi mille anni di storia della Chiesa.
Medico, sposa, mamma eroica. Ma anche molto di più, come hanno messo in evidenza le testimonianze raccolte nel corso del processo di beatificazione. Quel suo ultimo gesto eroico era il naturale frutto di una esistenza vissuta nell’amore e nel rispetto della vita, alla continua presenza di Dio. Era medico in questo mondo, aiutava le persone sofferenti, soprattutto le mamme e i bambini, non disse mai di no a nessuno. Quando la chiamavano di notte, non si soffermava ad accertarsi che l'urgenza fosse reale: partiva subito, sorridendo sempre. Quando un suo paziente era in difficoltà economiche, dopo averlo visitato faceva la ricetta e lasciava anche i soldi per le medicine. Trattava i pazienti come fossero persone della sua famiglia.
E nell’aldilà continua ad aiutare e a illuminare quanti ricorrono a lei con un amore grandissimo e con una sollecitudine straordinaria, come dimostrano appunto le grazie e i miracoli ad oggi constatati.
Sul retro della medaglia prodotta in occasione della beatificazione, il cardinale Carlo Maria Martini scrisse il testo di seguito riportato:
“Donna meravigliosa amante della vita,
sposa, madre, medico professionista esemplare
offrì la sua vita per non violare il mistero della dignità della vita”.
1.4 Le immagini di Dio fornite da Santa Gianna Beretta Molla
La vita di Santa Gianna Beretta Molla offre infinti punti di riflessione, risulta particolarmente attuale nella società moderna dove il concetto di “vita” è ormai mercificato e mortificato per glorificare egoismi ed interessi economici.
E’ stata una grazia potersi immergere all’interno della sua biografia; volendo mettere a fuoco solo alcuni aspetti, possiamo dire – in maniera certamente non esaustiva – che alcune delle immagini di Dio fornite da Santa Gianna sono le seguenti:
- Dio madre: il volto materno di Dio che non manca di riversare amore verso i figli che ha creato/generato;
- Dio difensore della vita: ancora una volta un’azione tesa all’aiuto di coloro che lottano per chi non è ancora venuto alla luce;
- Dio che si immola: il Dio che sacrifica sè stesso per la vita degli altri;
- Dio medico: il Dio che dà sollievo ai corpi e alle anime
[1] www.giannaberettamolla.org, 12/04/2007